venerdì 27 giugno 2008

LETTERA A SOFIA



"Carneade! Chi era costui?"
immagino che la manzoniana domanda si stia aggirando nelle vostre teste.
Sofìa e' una giovane militante di destra, i suoi quindici anni sono il nostro futuro, sono il nostro specchio, sono la nostra linfa.
Quindici anni che portano una ragazzina ad interessarsi di politica militante, una politica "difficile" in un partito dove non si parla di veline o di miss Italia, un covo di anime nere, con cupi anni di lotta portati sulla pelle con dignita' e onore.
Sofìa sale sulle spalle di noi tutti e vuole arrivare a vedere il mondo.
Attenta ascolta le parole dei vecchi militanti e mi piace immaginarla con i gomiti appoggiati alla scrivania e l'aria sognante.
La sua mente usa le nostre parole per disegnare un mondo, per tracciare linee sottili che determinino in modo netto, il bianco e il nero, il bene e il male, la verita' e le bugie.
Come tutti i cuori giovani, l'onesta', il rigore morale, l'innocenza sono i suoi pennarelli, sono i suoi tratti distintivi, sono gli strumenti della sua stessa vita.
Ella si forma cosi', un suo quadro ben preciso, sociale, politico e umano; conosce e condivide valori che sente visceralmente integri e solidi, abbraccia con tutto l'ardore che puo', il senso innato della giustizia e della verita'.
Sofìa si fida.
Pone la sua fiducia nelle mani di quegli uomini che sventolano le bandiere piu' nobili e pure che l'animo umano possa immaginare: DIo, Patria, Famiglia!
E' contenta, felice d'aver fatto la sua scelta, impara a conoscere il divenire delle cose, comprende che la destra e' prima di tutto uno stato dell'anima e poi diventa militanza politica.
Durante le elezioni grida a squarciagola le sue idee, i suoi slogan, i nostri slogan, si sente partecipe di un tumulto interiore che vuole liberare il suo paese dall'inganno e dai soprusi.
Vuole inseguire la chimera imprendibile dei suoi sogni che sono da sempre anche i nostri.
S'agita, s'infervora, spende tutta se stessa e la sera, quando si lascia cadere sul letto, gode , sfinita, della felicita' di stare dalla "parte giusta".
Poi il turbine elettorale passa, le acque si chetano e tutto inizia a mutare in modo sotterraneo e viscido.
All'inizio non lo comprende, non ne ha esperienza, ma sente a pelle che qualcosa non quadra, che i suoi semplici conti non tornano .
Si guarda le mani e prova a ricomporre i pezzi del suo puzzle...ma non ci riesce piu': allora alza lo sguardo e cerca i visi che l'avevano circondata, che l'avevano ammaliata con proclami arditi e motti pungenti.
Non trova piu' quelle facce, non incrocia piu' quegli sguardi : s'accorge, d'un tratto, che quei "guerrieri" dalle lucide armature, si sono trasformati in ometti "grigi e bigi", sempre trafelati nel rincorrere e brigare per soddisfare il bisogno di potere.
Comprende, la piccola, che quello cui ha assistito, e che pensava fosse una ragione di vita o di morte, altro non era che uno spettacolo teatrale fatto da pochi attori e da molti mestieranti di terz'ordine.
Ha le lacrime agli occhi, nulla piu' gli e' chiaro, straccia gli amati disegni che avevano colorato i suoi sogni di militante e, confusa, rivolge "ai camerati" le sue domande.
Sono interrogativi pesanti, pesantissimi, che nella loro indifesa semplicita' sono in grado di sovvertire le coscienze e di appiccare il fuoco della rivoluzione.
Noi tutti dobbiamo dare a Sofìa le risposte che ella chiede e che merita, noi tutti abbiamo il dovere morale di svestire i panni della superbia e fare penitenza.
Sentirsi dire da una ragazzina "ma chi siete, cosa siete diventati? " deve essere la scossa ad alto voltaggio per le nostre anime, lo stimolo in grado di riaffermare, col pugnale tra i denti, la nostra identita' di fascisti o di ridurci in cenere ab eterno.
Noi non siamo mercanti, non siamo fidi scudieri di nessuno, delle gerarchie ce ne freghiamo, l'ordine costituito e' sempre un buon motivo per rovesciarlo quando diventa una orrida monarchia che stritola l'uomo e lo rende simile alla bestia che sa vivere solo di denaro e presenze in tv.
NOi riaffermiamo "l'UOMO" quale elemento centrale del nostro pensiero, che dal ceto piu' basso a quello piu' alto abbia sempre le medesime opportunita' e l'unico fine di migliorarsi.
I camerati non si comprano e non si vendono, piuttosto lasciano il sangue sulla strada, si immolano con orgoglio davanti ad un nemico cento, mille volte piu' numeroso ma non piegano la schiena per vigliacca convenienza.
Ad Orvieto avrai i tuoi camerati cara SOfìa, avrai i tuoi leoni che ce la metteranno tutta per tornare a renderti orgogliosamente di destra!
Di questa destra, l'unica destra che conosciamo e che reputiamo tale: la destra dei guerrieri e non degli omucoli.
Decreteremo la fine dell'incertezza e degli inciuci, spediremo al mittente tutte le profferte di riconoscimenti ed onori effimeri.
L'unico nostro onore stara' nel riconsegnare a te e a tutti coloro che CREDONO , il simbolo eterno della fiamma purificata e mondata dal fango con il quale esseri spregevoli , per la loro vanita' personale, hanno provato a inzozzarla.
Sofia, questa e' la nostra promessa, questa e' la speranza di noi tutti !

Forza e onore!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie............

Fronte Sociale Pesaro Urbino ha detto...

Sofia grazie di esistere!

un abbraccio!