venerdì 6 giugno 2008

L' INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELL' ESSERE.



"Molte volte ho studiato la lapide che mi hanno scolpito: una barca con vele ammainate, in un porto.In realtà non è questa la mia destinazione, ma la mia vita. Poiché l'amore mi si offrì ed io mi ritrassi dal suo inganno; il dolore bussò alla mia porta ed io ebbi paura; l'ambizione mi chiamò, ma io temetti gli imprevisti. Malgrado tutto avevo fame di un significato nella vita. E adesso so che bisogna alzare le vele e prendere i venti del destino, dovunque spingano la barca. Dare un senso alla vita può condurre a follia. Ma una vita senza senso è tortura dell'inquietudine e del vano desiderio; è una barca che anela al mare eppure lo teme." E.L.Masters

Stanotte mi sono imbattuto in queste parole, immerso nel chiarore profuso dalla lampada nel mio studio, avvolto dagli aromi di un sapiente toscano e con la compagnia di un cognac in barrique.
Tutto era piatto e calmo, per noia o per stanchezza, non so.
POi sono arrivate queste frasi, con il sapore dell'onda del mare che ti bagna i piedi e poi si ritira, in una danza eterna come e' eterno l'uomo ed i suoi errori.
Il movimento, il divenire continuo delle cose, il plasmarsi dell'universo in nuove coordinate dimensionali era li', concentrato in quelle poche frasi.
Leggere quei pensieri e fare il parallelo con la nostra situazione politica e' stato un tutt'uno.
Siamo un veliero bello ed agile, fatto per mari profondi ed incontaminati, disprezziamo il pericolo e siamo pronti ad imbarcarci senza provvista alcuna perche' confidiamo nella benevolenza degli dei.
L'immobilismo, lo stare all'ancora in un porto sicuro, con un mare amico, e' cio' che piu' ci uccide.
Lentamente, questa inerzia avvelena l'amore, la militanza, il cuore e il sangue.
"Noi non possiamo, noi non dobbiamo, noi non vogliamo" cedere le armi, rassegnarci all'oblìo, soffocare il grido di forza e di nobile unita' che ci viene dalla parte piu' intima e profonda della nostra anima.
"SI vis pacem, para bellum" e' l'antico consiglio che ci viene dalle nostra radici: per la pace ci prepariamo alla guerra.
Ma, la nostra e' una guerra senza odio ne' rancori, e' una guerra di fedelta' e fierezza, di unita' di intenti e di ricerca della Forza.
Storace e' immobile, non parla e quando lo fa, evita di dire o dice mezze verita'.
E' incertezza sul futuro?
E' mancanza di strategia?
E' l'attesa di eventi al di fuori del nostro partito?
NOi siamo con Storace, per salvare LA Destra -o meglio quel che ne rimane-, siamo per sciogliere le vele verso flutti mossi e procellosi.
Siamo pronti alle tempeste perche' da esse traiamo il sale stesso della nostra vita.
NOn poltrone, non medaglie, non inutile folklore: noi andiamo a caccia della vita, dello spirito umano, della dignita' di popolo .
"La nostra strada non svolta ne' a destra ne' a sinistra....la nostra e' una via retta" fatta di convinzione e di scelte dolorose.
MAi servi di Arcore, mai venduti alla logica Billionaire, mai nessuno potra' intrappolarci in gabbie dorate.
Se sara' necessario sfasceremo tutto, frantumeremo l'atomo ma , se lo faremo, sara' soltanto perche' siamo stati provocati e costretti dalle scelte di una dirigenza che, ad oggi, non sa decidere se essere libera o schiava del ricatto del potere.
A Storace lo abbraccio come fosse un fratello, tale lo considero, ed e' per questo che in questi mesi mi sono sempre battuto a viso aperto con la consapevolezza dell'onesta' intellettuale e la rettitudine morale delle mie idee.
A nessuno sara' data la possibilita' di venderci al nemico e se pur ci dovessero riuscire , la loro sara' una vittoria ....una vittoria di Pirro pero' !

Spes ultima dea !(la speranza e' l'ultima dea)

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