lunedì 21 aprile 2008

LA DESTRA E LA "SCHIZOFRENIA"




Il termine "schizofrenia" (coniato quasi un secolo fa) deriva dalle due parole di origine greca schizein (separare, scindere) e frenòs (mente).
Letteralmente, quindi, "mente divisa".
E' quello che succede oggi ne LA Destra : la coesistenza di due anime profondamente simili ma altrettanto diverse.
Una dicotomia foriera di confusione e di una linea politica balbettante.
Le due personalita' che sconvolgono il nostro partito sono l'anima dura e pura che potremmo chiamare piu' spiccatamente "fascista" in contrapposizione, invece , all'anima salottiera, palazzinara, piccolo borghese che ha paura del nero e ama fregiarsi del titolo di "destra moderna".
La destra "nera" e' quella che nel 92 durante tangentopoli, faceva le manifestazioni tenendo le mani ben aperte sulla testa e appoggiava il di pietrismo con furore e orgoglio.
Questa destra e' quella che vive di ideali solidi, radici profonde, orgogliosa della sua italianita' del suo cattolicesimo, della sua morale semplice e mai interpretabile.
E' la destra che non fa sconti a nessuno, che canta con orgoglio le gesta dei suoi eroi che , a volte , si crogiola in simbolismi arcaici che spesso sono superflui e artatamente male interpretati.
Questa e' la destra che non si apparenta con Berlusconi, che non gli grida "Duce , Duce" perche' sente a pelle che il piazzista di Arcore non ha la stoffa del condottiero ne' la statura morale di un nuovo Cesare.
La destra, questa destra, non ama mescolare il suo sangue con chi vive di espedienti giudiziari, di prescrizioni e proroghe.
Questa destra e' quella che ancora oggi continua ad avere le mani ben in vista perche' non sporcate dal potere e dal denaro.
L'altra anima del nostro partito, quella piu' aennina, invece, e' come una maliarda che ha goduto delle luci della ribalta e che ora soffre per l'oscuramento.
Spolvera gli antichi ideali come fossero l'argenteria buona che da un decennio, ormai, giaceva riposta in soffitta ma , per questa destra , gli ideali non sono piu' quelli di una volta, non sono piu' il fine ultimo, l'imperativo categorico di kantiana memoria, essi sono piu' un mezzo, uno strumento per autolegittimarsi, una specie di specchietto per le allodole.
L'identita' per questa destra ex aennina , l'orgoglio nero, sono come una fagottata di lingerie straripante di pizzi e merletti con cui agghindarsi per ottenere considerazione ( e quindi qualcosa da spartire) da parte del cavaliere di turno.
E' la destra peggiore che , come le amanti rancorose, e' pronta a rinfacciarti ogni delusione e' pronta a smobilitare in ogni momento per darsi al migliore offerente.
E' vero....e' la "destra moderna" : e' la destra in vendita.
Il conflitto tra queste due parti, di una entita' unica, e' sotto gli occhi di tutti ed e' un contrasto distruttivo.
Eh, si...non si spiegherebbe in altro modo la gestione del caso delle elezioni politiche prima e di quelle del Comune di Roma dopo.
Storace e' un nocchiero capace, esperto, ma credo che sia impossibile per chiunque avere un solo vascello e guidarlo su due rotte diverse.
Profonda deve essere la riflessione, "l'autocritica" per usare un termine caro alla sinistra.
Noi per primi dobbiamo e vogliamo sapere chi siamo, reclamiamo una linea politica netta, vogliamo sapere una volta per tutte se la fiamma che arde nel nostro simbolo e' quella che deve rischiarare il nostro cammino oppure e' un artificio psichedelico che deve attirare i nostri compratori.

Forza e onore.